Fiocco rosa all’acquario di Vancouver

giugno 12, 2008

Mediterraneo riparte con la notizia di un lieto evento…Dopo quasi 3 ore di travaglio, Qila, ha dato alla luce la sua piccola beluga, che pesa ben 50kg ed è lunga 1,50 mt.
Non potevamo ricominciare in modo migliore !
Se volete, potete guardare la galleria fotografica su Repubblica


Squalo gigante ripreso nelle profondità oceaniche

febbraio 9, 2008

Per la serie video pazzeschi, vi propongo questo filmato (pubblicato su YouTube) che riprende uno squalo gigante. Si tratta di uno squalo a sei branchie (Hexanchus). Il video è stato girato nel corso di un’immersione subacquea al largo della costa nord-orientale di Molokai ad una profondità di circa 1000 metri. Sfruttando i due puntatori laser rossi, che si vedono nel filmato, e che distano tra loro 6 centimetri si è riusciti a stimare la lunghezza dello squalo: circa 18 metri!!! La voce che commenta il video è del professor Drazen Jeff dell’Università Oceanografica delle Hawaii. Guarda il video: [Per la serie video pazzeschi, vi proponiamo questo filmato (pubblicato su YouTube) che riprende uno squalo gigante. Si tratta di uno squalo a sei branchie (Hexanchus). Il video è stato girato nel corso di un’immersione subacquea al largo della costa nord-orientale di Molokai ad una profondità di circa 1000 metri. Sfruttando i due puntatori laser rossi, che si vedono nel filmato, e che distano tra loro 6 centimetri si è riusciti a stimare la lunghezza dello squalo: circa 18 metri!!! La voce che commenta il video è del professor Drazen Jeff dell’Università Oceanografica delle Hawaii.

Fonte: Giornale dei blogger WordPress


Arizona: sì a un parco acquatico nel deserto

novembre 21, 2007

MESA (USA) – Un «mare» artificiale in pieno deserto. E’ l’ambizioso progetto presentato da alcuni imprenditori americani che finanzieranno la costruzione di un immenso parco acquatico a Mesa, arida città di 460.000 abitanti in Arizona, a meno di 30 km da Phoenix. Il parco, che sarà inaugurato nel 2011 e che si chiamerà «Waveyard», offrirà ai futuri utenti non solo la possibilità di praticare numerosi sport acquatici, tra cui il surf, lo snorkeling, l’immersione subacquea e il kayaking, ma anche l’illusione di trovarsi in una celebre località marina.

ISPIRAZIONE – Secondo i media americani gli imprenditori si sono ispirati allo «Sky Dubai», il più grande parco sciistico del mondo, costruito nella capitale economica degli Emirati Arabi Uniti dove le temperature giornaliere, come in queste zone dell’Arizona, si attestano intorno ai 40 gradi. Gli imprenditori hanno semplicemente sostituito, come tema del nuovo parco, la neve con l’acqua. «Lanceremo alcuni sport che fino a oggi non si potevano praticare in questi luoghi» ha affermato Richard Mladick, l’agente immobiliare che ha persuaso numerosi uomini d’affari del luogo a intraprendere l’ambizioso progetto.

LUOGHI PARADISIACI – Il nuovo parco assomiglierà, secondo gli ideatori, ad alcune località paradisiache presenti alle Hawaii o sulle coste del Brasile e occuperà un territorio grande 125 acri. Esso includerà un fiume artificiale, diviso in diversi canali dove gli amanti del kayak potranno testare la loro abilità, una spiaggia e un oceano artificiale capace di produrre onde di diversa altezza (le più alte supereranno i 6 metri). Nel parco non mancherà una laguna per l’immersione subacquea, un bacino artificiale dove si potrà effettuare lo snorkeling e un centro per il “rock climbing”. Infine ci saranno ristoranti, zone per lo shopping, una stazione termale, un centro congressi e un albergo

IL PROBLEMA DELL’ACQUA – Jerry Hug, uno degli imprenditori che ha ideato il progetto, afferma che il nuovo parco tematico produrrà oltre 1 miliardo di dollari di profitti e creerà 7500 nuovi posti di lavoro. Per l’approvazione del progetto è stato indetto un referendum locale al quale hanno partecipato i cittadini di Mesa e delle località limitrofe. Alla fine la creazione del parco è stata votata dal 65% degli elettori. Nessuna associazione si è opposta, ma alcuni cittadini hanno espresso pubblicamente i loro dubbi ponendo l’accento sullo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere: «In Arizona l’acqua è scarsa ed è un bene di valore» afferma Jim Holway, direttore associato del «Global Institute of Sustainability» dell’Università statale dell’Arizona. Tuttavia secondo Rita Maguire, ex direttrice del Dipartimento universitario che si occupa delle falde acquifere dell’Arizona, l’enorme quantità d’acqua che sarà usata per il progetto non prosciugherà le risorse del territorio americano: «All’inizio, tutti abbiamo pensato che fosse un progetto inappropriato, perché veniva fatto in un territorio desertico, con il perenne problema delle risorse acquifere. Ma dopo aver visto il progetto nei dettagli e aver rilevato che è previsto un uso efficiente dell’acqua, la maggior parte dei cittadini ha capito che si trattava di un buona iniziativa».

Di Francesco Tortora

Fonte: Corriere della Sera.it


Gli attacchi e le vittime degli squali nel mondo

novembre 13, 2007

attacchi-squali.jpgGli squali non sono solo l’incubo di coloro che vivono nelle prossimità degli oceani, perché anche nel Mar Mediterraneo ce ne sono molti e per nulla innocui.
L’International Shark Attack File dell’Università della Florida afferma che l’Italia è il paese europeo dove lo squalo ha attaccato maggiormente l’uomo: 13 aggressioni su 39, di cui 4 sono risultati mortali e l’ultima risale al 1989 a Piombino. In Europa gli altri agguati all’uomo si sono verificati rispettivamente in Grecia (9 volte), in Croazia (5 volte), in Francia (4 volte), in Spagna (4 volte), in Gran Bretagna (2 volte) e a Malta (2 volte).
Questo studio ha raccolto anche i dati su tutti gli attacchi accertati suddividendoli per zone. Dai risultati si evince che le acque più pericolose sono quelle australiane, dove 136 delle 329 aggressioni sono state fatali. Gli Stati Uniti detengono invece il record degli attacchi, 836 di cui solo 40 vittime.
Gli altri agguati sono stati riscontrati rispettivamente in Africa (276), nelle isole del Pacifico (121), in Asia (116), nelle Hawaii (107), nel Sud America (100), nelle Antille Bahamas (65), nel centro America (60), nella Nuova Zelanda (46), e nelle Bermuda (4).
In totale ci sono state 2.099 aggressioni con 446 vittime.
di G.V.
Fonte: BlogScienze 



Un pesce di nome Pelè

novembre 13, 2007

L’hanno chiamato Albert Einstein, questo pesce rosso di 3 anni, che dimostra di avere curiose doti calcistiche: questo grazie al suo “allenatore”, Dean Pomerleau, presidente della  Fish School che in America insegna ai pesci rossi a eseguire piccoli esercizi di abilità. In cambio di una manciata di cibo.

Fonte: Focus.it


Pesciolini affamati per la cura dei piedi

novembre 9, 2007

garra_rufa.jpgAlla faccia dei nuovi ritrovati farmaceutici, le nuove frontiere dell’estetica sembrano fare sempre più uso di rimedi organici, come i pesciolini della specie Garra rufa.
Originari della Turchia, sono normalmente vegetariani, ma si nutrono volentieri anche di pelle secca e di antiestetiche cuticole, come quelle che si trovano sulla superficie dei piedi.
In Giappone, c’è chi ha sfruttato questo “appetito” per proporre un nuovo trattamento per il benessere dei piedi, chiamato appunto Dr. Fish (Dottor Pesce). Il risultato è strabiliante: grazie all’aiuto di centinaia di questi piccoli pesci affamati, i piedi si rigenerano e risultano immediatamente lisci, levigati e morbidi.
Chi l’ha provato racconta di una sensazione simile al solletico (vedi video sotto); il trattamento dura 15 minuti e i risultati si mantengono per circa otto/quattro mesi. Gli “abili estetisti” sono ormai richiesti in tutte le beauty farm del mondo, specialmente per alleviare i sintomi della psoriasi, una dermatite squamosa che colpisce soprattutto mani e piedi.

Fonte: Focus.it


Rifrazioni

ottobre 30, 2007


L’Adriatico fa il miracolo e il relitto della Nicole si converte in acquario

ottobre 24, 2007

normal_nicolegiorno-affondamento.jpgUn disastro navale che diventa un miracolo del mare. E una risorsa biologica incredibile, con Parablennius gattorugine, Serpula vermicularis, Hippocampus e simili a proliferare: fauna marina dal nome tanto strano quanto dalle fattezze e dai colori strabilianti. È questa la storia della Nicole, la nave cargo affondata senza vittime il 27 gennaio del 2003, davanti al monte Conero nell’Adriatico, e ora relitto che fa da cuccia a tantissime specie marine. E che è diventato il soggetto di uno dei filmati che rappresenta l’Italia nella sezione cortometraggi al Festival Mondiale dell’Immagine Sottomarina di Antibes, in corso dal 24 al 28 ottobre.
Si chiama proprio Il miracolo del mare, il video, e si tratta di 18 minuti di meraviglie nei fondali dell’Adriatico, tra cime d’ormeggio, bitta di prua e stive inabissate popolate da tantissime forme di vita. Per la delizia dei sub. È stato proprio un sub a realizzare la clip, Marco Giuliano, master instructor Padi, fotografo e video operatore professionista, responsabile del Centro Sub Monte Conero. Il montaggio audio video è stato effettuato da Franco Profili.
Qui sotto un assaggio (da Youtube), che è indicativo di cosa si muove dentro la Nicole, ma non è il filmato originale in concorso visto che, ovviamente, sarà presentato ad Antibes in anteprima assoluta:

“Sono emozionato, – dice il regista Marco Giuliano – non mi aspettavo tanto clamore attorno al video. Parliamo di un disastro scampato diventato una straordinaria fucina di normal_albero-della-nicole-con-uov.jpgbiologia”.
Inizialmente, infatti, al momento dell’affondamento della Nicole, lunga 118 metri e alta 12, dopo aver messo in salvo l’equipaggio si è temuto il peggio dal punto di vista ecologico, fortunatamente evitato anche perché il materiale trasportato, il felspato, usato nell’industria del vetro, è inerte. Ma non è stato facile far sì che la Nicole divenisse il meraviglioso contenitore naturale che è adesso, che giace nella stessa posizione di quattro anni fa, in un fondale di 13-14 metri.
“Abbiamo dovuto lottare un anno con la Capitaneria di porto, – racconta Giuliano – che vedeva nella Nicole un disastro ecologico e un intralcio alla navigazione. E alla fine abbiamo ottenuto che fosse lasciata là sotto e aperta per permettere di essere visitata dai sub. Ora vengono da tutto il mondo per vederla, non tanto perché è il relitto sommerso di una nave, ma soprattutto perché, trovandosi a bassa profondità ed essendo l’Adriatico molto ricco, è diventata un ricettacolo di forme di vita eccezionale. Una moltitudine di animali marini si ferma su essa transitando in corrente nella colonna d’acqua, trovandovi rifugio e conforto come in un’oasi nel deserto”.
Purtroppo però, nell’area non è impedita la navigazione né la raccolta dei mitili… “E i pescatori di mitili, rastrellando coi loro rampini sulla nave, creano dei gravi danni biologici”.

fonte: blog.panorama.it


Caccia alle balene, è guerra diplomatica

ottobre 9, 2007

CANBERRA (Australia) – Australia contro Giappone, difensori delle balene contro cacciatori. La nuova battaglia per la tutela dei grandi cetacei si combatte ora a colpi di propaganda. E a scendere in campo al fianco degli ambientalisti è addirittura il governo australiano che, con il suo ministro dell’Ambiente, Malcom Turnbull, si rivolge direttamente ai figli dei cacciatori, i bambini giapponesi. Lo fa con un video in inglese, ma sottotitolato con gli ideogrammi nipponici, in cui esorta i ragazzi a ragionare sul significato della salvaguardia dei mammiferi e sulle possibili conseguenze di un’estinzione dovuta alle catture indiscriminate.
ANCHE SU YOUTUBE – Il video, disponibile sul sito personale del ministro e su quello del ministero dell’ambiente, approda ora anche su You Tube con l’obiettivo di raggiungere una schiera di persone la più ampia possibile, soprattutto in terra giapponese, dove cresce il movimento contrario alla caccia alle balene, che il governo di Tokyo continua a giustificare con finalità di ordine scientifico. Le baleniere nipponiche si trovano ogni anno a dover fronteggiare, oltre che le proteste provenienti da tutto il mondo, anche le imbarcazioni di Greenpeace che con azioni adudaci e spettacolari cercano di ostacolarne l’azione. Un faccia a faccia ravvicinato, quello che avviene nei mari del Sud, che si è spesso concluso con speronamenti e vere e proprie battaglie a colpi di idranti.

GUERRA DIPLOMATICA – Ora però la questione diventa anche diplomatica e il fatto che sia il ministro di un governo a scendere personalmente in campo con critiche aperte alla politica dell’esecutivo nipponico e lanciando messaggi ai giovani giapponesi lascia supporre che presto la polemica assumerà proporzioni di livello superiore. «Riuscite a immaginare cosa sarebbe la vita sulla Terra senza queste magnifiche creature – chiede Turnbull commentando le immagini di balene che nuotano e saltano libere negli oceani -? Centinaia di anni di caccia hanno finito quasi con lo spazzarle via».

SOTTOTITOLI IN GIAPPONESE – Lo script delle parole del ministro, che pure parla in un comprensibilissimo inglese, è integralmente tradotto in giapponese. E senza giri di parole proprio al Giappone sembra principalmente rivolto: «E’ necessario che tutte le nazioni, e specialmente i nostri amici giapponesi, interrompano i loro programmi balenieri – dice Turnbull in un passaggio del video, in cui è evidenziata tra l’altro anche una rassegna stampa con articoli che denunciano la caccia a scopo scientifico autorizzata da Tokyo -. Le balene hanno più valore nell’oceano che sul bancone di un macellaio». Infatti sono un’attrazione turistica eccezionale e la loro salvaguardia, secondo Turnbull, permetterebbe di inventare attività economiche legate all’osservazione diretta della natura. «L’Australia guida la ricerca sulle balene e stiamo lavorando con i nostri vicini dell’area del Pacifico condividendo informazioni sui benefici economici che le balene possono apportare all’industria del turismo».

SPOT E PROPAGANDA – La propaganda anti-giapponese si arricchisce in Rete anche di altri contributi. Come lo spot di una birra che rivendica orgogliosamente di non avere, tra i propri ingredienti, residui di balena, che mostra un cliente di un ristorante che chiede una «full whale experience» e che anziché essere servito con un menù tutto a base di balena si ritrova a sperimentare le sensazioni che prova una balena prima di finire nel piatto, dall’arpionamento alla uccisione definitiva con scariche elettriche.

BALENE SUL WEB – In ogni caso, l’Australia non demorderà nel suo intento di salvaguardia: «Vogliamo che le balene siano protette a livello internazionale e crediamo che sia importante partire dai giovani e dalle scuole – spiega ancora il ministro del governo di Canberra -. Abbiamo anche dato vita ad un sito web interattivo mirato ai giovani. Continueremo a lavorare per la protezione totale delle balene perché gli australiani non vogliono la loro scomparsa dal pianeta»

CACCIA ESTIVA – Il Giappone ha pianificato per la prima volta la caccia di 50 balene in Antartico per la prossima estate (l’inverno nel nostro emisfero), quando gli animali, in via di estinzione, migreranno verso sud lungo la costa australiana. Altre 935 balene saranno cacciate «a scopi scientifici». Oltre al Giappone anche la Norvegia e l’Islanda praticano la caccia ai cetacei aggirando la moratoria internazionale. L’unico mercato per la carne di balena è però di fatto quello giapponese dove esistono anche dei fast food specializzati in hamburger di balena.
Fonte: Corriere della Sera 


La Sirenetta

ottobre 2, 2007

Ti voglio narrare una storia che parla del grande oceano blu e di una sirena bellissima avvolta in grande mistero laggiù…

locandina.jpgInizia con questa canzone uno dei più bei lungometraggi d’animazione prodotti dalla Disney, nel lontano 1989, con la regia di Ron Clements e John Musker.
Liberamente ispirato alla fiaba di H. C. Andersen, narra dell’ amore di Ariel, figlia minore di Re Tritone,  per il pricipe Eric, un essere umano da lei salvato dopo il naufragio dellac0119.jpg propria nave. Da quel giorno, la splendida voce della fanciulla era entrata nel suo cuore. Il giovane aveva giurato a se stesso che avrebbe fatto qualunque cosa per ritrovarla.
Amore osteggiato dal padre, che, dopo averlo scoperto dalla confessione involontaria di Sebastian, ribadisce alla figlia che i contatti tra creature del mare ed uomini sono severamente vietati e la punisce distruggendole la preziosa collezione di oggetti degli umani.
Disperata, pur di coronare il suo sogno d’amore non esita a rivolgersi ad Ursula, la perfida 7ursula2.jpgstrega del mare, bandita dal regno, che medita di appropriarsi del potere di Tritone, ed in Ariel vede la possibilità di concretizzare i suoi piani.
In cambio delle gambe dovrà rinunciare alla sua splendida voce, cosa che l’avrebbe fatta riconoscere immendiatamente dal principe. Ed entro tre giorni dovrà farsi baciare da Eric, altrimenti diverrà di sua proprietà. La ragazza accetta e firma la pergamena.
Nell’avventura sulla terra verrà accompagnata dal granchio Sebastian, che finito per caso nelle cucine del palazzo, ci regala una delle scene più esilaranti del film: il cuoco di corte vuole trasformarlo in un succulento manicaretto!
c0105.jpgComplice una romantica canzone, intonata da Sebastian e dagli animali della laguna, la sirenetta riesce quasi a farsi baciare. Ma Flotsam e Jetsam, le perfide murene della strega rovesciano la barca dei due…
Ursula, preoccupata che vadano in fumo i suoi piani, decide di assumere le sembianze di una splendida fanciulla, Vanessa, stregare il principe e farsi sposare, al fine di scongiurare il peggio.
Scuttle, l’amico gabbiano, scopre l’identità di Vanessa mentre questa si specchia, e corre ad avvisarla.
c0642.jpgAiutata dai suoi inseparabili amici, raggiunge la nave nunziale su cui sono partiti.
In un parapiglia generale di animali marini e ucceli, che cercano di non far celebrare le nozze, la collana al collo di Ursula si rompe e la voce ritorna alla sua legittima proprietaria, infrangendo l’incantesimo. Finalmente Eric ed Ariel possono abbracciarsi, ma ormai il sole è al tramonto e il sospirato bacio non c’è stato. La strega trascina la Ariel, ritornata sirena, con sè in fondo al mare.
Eric, dopo aver ritrovato la sua amata non è intenzionato a perderla una seconda volta. Dopo un estenuante lotta, alla fine, sarà proprio lui ad uccidere Ursula e far tornare c0378.jpgl’armonia in fondo al mare.
Tritone, resosi conto del grande sentimento che lega i due, dona nuovamente alla figlia l’aspetto umano. In questo modo possono coronare il loro amore sposandosi. In un tripudio di sirene, tritoni ed uomini.
Il cartoon segna il rilancio a livello mondiale della Disney, e rappresenta una svolta. Innanzitutto, seppur in modo edulcorato, vengono introdotte tematiche “sociali”, come lo scontro generazionale genitori-figli. La protagonista, come nei precedenti cartoon, non è una principessa remissiva in attesa di essere salvata dal principe azzurro, ma una “normale” adolescente ribelle che si scontra col padre e vuole essere “padrona” della sua vita.
Esteticamente, i suoi tratti sono più sensuali delle precedenti candide principesse disneyane. Infatti, il cartoon, pur proponendosi ad un pubblico di bambini, strizza l’occhio agli adulti.
Punto di forza del lungometraggio è la splendida colonna sonora, premiata dall’oscar, composta da Alan Menken(musica) e Howard Ashman(testi).
Onore al merito spetta anche al personaggio di Sebastian, il granchio giamaicano c0212.jpgcompositore di corte, che al di là dei protagonisti è il personaggio più simpatico del film! Indimenticabile la canzone “In fondo al mar”, degna di Broadway, che si aggiudicò un altro oscar come “Miglior brano”.
Siamo lontani da prodotti come “Alla ricerca di Nemo”, realizzati dalla Pixar, ma credo che il cartoon, non abbia nulla da invidiare, se si pensa che quasi totalmente è stato realizzato a mano, dopo attenti studi della vita marina e degli effetti dell’acqua. Pensate a come si muovono fluidamente i capelli della sirenetta in fondo al mar. 

©G.d.M

“In fondo al mar”